Massimiliano Solano per Cooperativa Agricola Valdibella : una lotta di giustizia e civiltà che stiamo conducendo a favore della cooperativa NoE (No Emarginazione) che gestisce un fondo confiscato alla mafia da circa 18 anni.
La Cooperativa NoE., ha negli anni svolto tante attività, si è fatta promotrice di incontri, di natura sociale- agricola, volti a cogliere l'evolversi della società e su essa modellarsi, nel tentativo di riutilizzo per finalità sociali, con la massima attenzione alla corresponsabilità, che ha trasformato quel bene da esclusivo a condiviso.
Negli anni abbiamo collaborato con il centro di salute mentale, aiutato giovani madri in difficoltà, ospitato bambini delle case famiglia per giochi e merende, abbiamo ospitato un campo estivo con l'utenza di bambini di Partinico, sino ad oggi abbiamo in corso un progetto con giovani migranti.
Abbiamo collaborato con associazioni ambientaliste e antimafia, quali Cesie, Palma Nana, Solidaria, Ali e, naturalmente, con gli eredi di Danilo Dolci.
In campo agricolo, nonostante le difficoltà, quali mancanza di acqua e mezzi, abbiamo creato una rete virtuosa con la Cooperativa Valdibella, slow food, zeroco2, Slow food, la piattaforma Svizzera Crowd Conteiner, l'università degli studi di Palermo e siamo inseriti come replicatori, con la nostra food forest nel progetto Life: Desert Adapt.., abbiamo piantumato negli ultimi tre anni circa 3000 alberi.
Siamo vincitori di un progetto che partirà a giorni per giovani con la sindrome di asperger ed abbiamo in corso altri finanziamenti e progetti virtuosi.
Sembra che questo non basti.....e siamo ora considerati dal Comune di Partinico indegni della gestione di questo bene.
Pochi giorni fa, con delle futili e pretestuose motivazioni, si è vista recapitare un provvedimento di revoca del bene. Oltre ad opporre al TAR il provvedimento stiamo agendo per sensibilizzare la società civile per dare forza e coraggio alla cooperativa e fare fronte comune contro l'amministrazione di Partinico. Vi allego la lettera aperta che abbiamo prodotto e che stiamo cercando di far pubblicare dai mezzi di informazione sensibili.
APPELLO: Noi non ci stiamo
La Cooperativa Sociale NoE., acronimo di NoEmarginazione, ha una lunga storia: è nata con lo scopo sociale dell'inserimento di giovani disabili nel mondo del lavoro, attività che tutt'oggi svolge . Poi, è arrivato lo sgomento degli anni delle stragi di mafia, e la “nascita” della bellissima legge 109 del 1096, la quale prevede l'affidamento per fini sociali dei beni confiscati ai mafiosi. La NoE riceve in comodato d'uso la gestione del bene in Contrada Parrini, composto da alcuni fabbricati in pessime condizioni e 5 ettari di terreno in totale abbandono. A quel punto la Cooperativa si reinventa e inizia una intensa attività agricola, sociale e antimafia. In questi anni centinaia di giovani e meno giovani sono passati in questi luoghi con un impegno estremo da parte nostra di accoglienza ed attenzione alle mutevoli necessità della società e dell'ambiente in cui viviamo. Decine le Associazioni e gruppi con cui ci siamo incontrati e abbiamo fatto percorsi educativi: Palma Nana, Solidaria, Cesie, Asante Sana, Centro per lo sviluppo creativo Danilo Dolci, Mondo Comunità e Famiglia, Le donne in Rosa.
Abbiamo inserito nel lavoro giovani madri in difficoltà, disabili, migranti, con i quali attualmente lavoriamo, abbiamo iniziato un progetto con giovani interessati dalla sindrome di Asperger proprio in questi giorni. Il luogo ha accolto per attività ricreative bambini delle case-famiglia e colonie estive, nonché eventi culturali come mostre di libri, Cineforum e incontri di dibattito sui temi principali che toccano la nostra società.
Dopo vari tentativi la NoE ha scelto anche il campo agricolo sul quale mettersi alla prova: siamo attualmente una realtà virtuosa, replicante del progetto Desert-Adapt con l'Università di Palermo. Con il sostegno e la collaborazione di alcune realtà svizzere, come Crowd Container, impegnate nella creazione di filiere agricole etiche e sostenibili, e di Slow Food, abbiamo realizzato un progetto agroecologico che consiste di una “Food Forest”, tra le pochissime esistenti che richiama l'attenzione di studiosi e studenti, un bio-lago per migliorare la biodiversità del luogo e depurare le acque, un impianto di agrumi sulle curve di livello per ridurre l’erosione e un frutteto tropicale di avocado, annona e altri frutti.
Ci sembra di avere risposto pienamente alle finalità della legge sull'affidamento dei beni confiscati e con tutte le nostre energie, competenze e dedizione.
Allora perché, ci chiediamo, perché proprio quella Giunta Comunale e quel Sindaco e quel Segretario Comunale che dovrebbero essere orgogliosi di tali sforzi e di tanto amore, che dovrebbero difenderci sicuri della nostra buona fede, ci attaccano in maniera inspiegabile?
Siamo colpiti da un procedimento di revoca dell'affidamento del bene, con motivi futili e pretestuosi.
In questi anni non abbiamo mai ricevuto alcun sostegno dalle amministrazioni. Al contrario, la mancata catastazione e sanatoria della casetta colonica ci ha impedito di partecipare a numerosi bandi e perdere finanziamenti.
Cosa si vuole fare in quel posto?
Non comprendiamo.
Non comprendiamo ma non abbiamo intenzione di arrenderci. Ci difenderemo non solo nelle sedi legali prescritte, ma chiediamo alla società civile, a tutti gli "uomini e donne di buona volontà", come si diceva una volta, di aggiungere la loro voce alla nostra, in un coro di protesta di fronte a questo pretestuoso esercizio del potere.