Si è tenuto il primo incontro di un “tavolo di lavoro” costituito a seguito della proclamazione ufficiale del Monte Grappa “Riserva della Biosfera MAB Unesco”, per promuovere l’integrazione armoniosa fra le persone e la natura.

Lo scorso settembre il Monte Grappa è stato proclamato ufficialmente “Riserva della Biosfera MAB Unesco” e fa ora parte della rete internazionale di siti di eccellenza che promuovono l’integrazione armoniosa fra le persone e la natura per lo sviluppo sostenibile attraverso il dialogo partecipativo.

I tre macrotemi del programma MAB Unesco sono: conservazione della diversità biologica e culturale; sviluppo economico sostenibile; supporto logistico nell’educazione, nella formazione e nella ricerca. Il riconoscimento non rappresenta quindi un punto di arrivo, bensì l’inizio di un percorso collettivo verso una crescita sempre più sostenibile del territorio.

I Comuni coinvolti sono 25 tra cui alcuni anche in provincia di Belluno. Tra essi quello di Seren del Grappa dove martedì scorso si è tenuto il primo incontro di un “tavolo di lavoro” dedicato al tema della “biodiversità coltivata e allevata”. Coordinato da Tiziano Fantinel, il “tavolo” vede la partecipazione del Consorzio del Morone e Castagno feltrino, dell’associazione Naturalmente Valle di Seren, del Comune di Seren del Grappa, dell’associazione Coltivare Condividendo, dell’azienda Scopel, dell’agriturismo Albero degli Alberi e della poliedrica Serena Turrin (il tavolo è comunque aperto ad altre adesioni e collaborazioni, alcune delle quali sono già arrivate da parte del Consorzio del Noce feltrino, dal Centro Consorzi, dal Cai locale e da alcune aziende biologiche).

Molte le idee e i progetti proposti, a partire dal prendere contatto con altre aree Unesco presenti in Italia al fine di individuare problematiche, criticità e percorsi virtuosi da loro intrapresi. Ha suscitato entusiasmo anche l’idea di un progetto di ulteriore recupero della biodiversità coltivata, una sua classificazione e la creazione di una serie di campi catalogo di coltivazione e miglioramento partecipativo genetico in campo. Un sapere che è importante diffondere sul territorio dato che la capacità di produzione di “buon seme” è molto importante per la diffusione della biodiversità.

Molto interessanti anche vari progetti del Consorzio del Morone riguardanti cartellonistica e recupero del germoplasma locale. Da segnalare anche altre idee su prati, razze autoctone, costruzione di filiere e soprattutto sul coinvolgimento delle scuole in percorsi di sensibilizzazione e coltivazione della biodiversità.

Il tavolo verrà riconvocato tra circa un mese quando inizierà l’elaborazione e la concretizzazione di progetti e iniziative con l’intento di offrire opportunità e saperi ad aziende, coltivatori e studenti, consentendo di conoscere sempre meglio il territorio e la sua preziosa biodiversità.

Fonte: L'Amico del Popolo