Un viaggio dentro il mondo della vigna e dentro la vita di chi se ne prende cura. Che passa per la cantina e gli scaffali di vendita. Per la critica del gusto e la storia della produzione viti-vinicola nel Novecento. Per l’enologia e Luigi Veronelli.
Una riflessione lungo i sentieri che partono dalla «natura» e sfociano in un prodotto di «artificio» quale una bottiglia di vino.
Articolato nella forma di un lessico, questo libro è anche il racconto di ciò che definisce il mondo del vino ma che non trova spazio nelle guide o nei manuali sul bere. E per leggerlo, non serve essere esperti, conoscitori, bevitori o sommelier, basta lasciarsi andare alla linfa che scorre in queste pagine e che ci trascina da un tralcio di vite a una diversa visione dell’ambiente e della natura, a un’ecologia tutta da costruire.
Corrado Dottori è un vignaiolo che produce Verdicchio e non solo sulle colline marchigiane. È approdato alla vigna dopo essersi licenziato da un posto garantito in una grande banca internazionale. E oggi fa il contadino.
Cosa significa fare ed essere un agricoltore agli albori del Terzo millennio? Come si fa agricoltura? Cos’è un ambiente? Quali sono le relazioni tra un coltivatore e un sistema vivente quale la vigna? Quale vino produrre? Con quali tecnologie e per ottenere quale gusto? Questo lessico per un’altra «contadinità» ne è la risposta.
Ci vorrebbe un Corrado Dottori in ogni regione del vino italiano. - Giampaolo Gravina
Credo che “Non è il vino dell’enologo. Lessico di un vignaiolo che dissente” di Corrado Dottori sia uno dei libri su vino e vita più belli degli ultimi anni. Un testo meraviglioso, profondo e, tra le altre cose, fondamentale per capire il senso del vino “naturale. - Maurizio Silvestri - Il Manifesto 1 dicembre 2012
Non è il vino dell'enologo. Lessico di un vignaiolo che dissente, di Corrado Dottori, DeriveApprodi, 2019.
Intervista a Corrado Dottori (2013)
Non è il vino dell’enologo. Lessico di un vignaiolo che dissente. Corrado Dottori, DeriveApprodi, 2013, pag. 136. Prefazioni di Jonathan Nossiter e Giampaolo Gravina